Entrata stabilmente nel repertorio delle mondine, alcuni
riferimenti del testo la riportano all'epoca della Repubblica
veneta del 1848-49.
Nel 1848 in Italia ci fu, come negli altri Stati Europei un'ondata
rivoluzionaria ottenere indipendenza e la concessione di Costituzioni
democratiche. Il 17 marzo a Venezia si sollevarono grandi manifestazioni
popolari che imponevano al governatore austriaco la liberazione
dei detenuti politici, fra cui l'avvocato Daniele Manin, capo
dei democratici. Pochi giorni dopo una rivolta degli operai dell'Arsenale
militare, cui si unirono marinai e ufficiali, costringeva i reparti
austriaci a capitolare e il 23 marzo un governo provvisorio presieduto
da Manin porclamava la costituzione della Repubblica Veneta. Dopo
un annno però, il colera e la fame permisero agli austriaci
assedianti di tornare padroni della situazione. A questa repressione
si riferisce il canto.
Cantata su una melodia molto vicina alle "arie" da melodramma,
ha conosciuto una larga diffusione nell'Italia centro-settentrionale,
qualche volta sulla sua musica sono state adattate anche strofette
riprese da altre canzoni. Giovanna Marini, che ha assunto O Venezia
nel suo repertorio, riferisce l'esempio della famosa strofa di
Gorizia che comincia "Traditori signori ufficiali".
C'è una bella edizione discografica nell'esecuzione originale
di Giovanna Daffini e Vittorio Carpi (Una voce, un paese, LP dei
Dischi del Sole, DS 146/48). Meno interessante, ma anche piacevole,
l'interpretazione del Duo di Piadena (Delio Chittr e Amedeo Merli)
in Aria di casa nostra (Tank, MTG 8007).
Ottima quella (orig.) del LP I Mondarisi.
O Venezia che sei la più bella
e di Mantova tu sei la più forte:
gira l'acqua intorno alle porte,
sarà difficile poterla pigliar.
Un bel giorno, entrando in Venezia,
tutto il sangue scorreva per terra,
i soldati sul campo di guerra
e tutto il popolo gridava pietà.
O Venezia, ti vuoi maritare?
per marito ti daremo Ancona,
per corredo le chiavi di Roma
e per anello le onde del mar.