Giuseppe Garibaldi, dal 1834 esule nell'America Meridionale, combattè per l'indipendenza del Brasile (1836-41) e poi (1837-47) dell'Uraguay; Nel 1842 sposò Anita Ribeiro, brasiliana, che lo seguì in Italia. Nel 1848 fu con lui ed i volontari in Lombardia (combattimenti di Luino e Varese) e poi a Roma a difendere la Repubblica Romana(1849); caduta Roma tentarono di passare a Venezia ma Anita già febbricitante, morì nelle paludi attigue alla pineta di Ravenna. Sul luogo il Fascismo fondò quella frazione del comune di Argenta che porta il suo nome.
Noi t'aspettiamo nell'alba fiorita
camicia rossa, fiore di vita,
"Per i tuoi figli sono a morire,
o caro sposo, mi devi lasciare,
se gli occhi miei ti voglion mirare,
tu con un bacio li chiuderai."
Sale la febbre, nella laguna
come un'allodola trema l'Anita,
tende allo sposo la mano sfinita,
lo guarda e prega con un sospir.
"Per il tuo cuore questo sospiro,
per i miei figli è questo sorriso..."
cade la morte, sul suo bel viso
è già discesa l'ombra crudel.
La barca nera sulla laguna
porta l'Anita come una cuna.
Canta dal cielo l'Avemaria
che l'accompagna nell'agonia.
E' morta Anita, l'Avemaria
quando la rondine scende dal cielo,
il generale la bacia e piange, deve lasciarla, deve salvarsi,
per riportarci la libertà.
E chi lo salva e dai Tedeschi
che tutta Italia la salverà.