Progetto Archibò
Il progetto Archibò nasce dal desiderio di riprendere
l'antica e,
per fortuna, mai morta tradizione violinistica popolare
Emiliano-Romagnola ed in particolare della provincia Bolognese.
Il progetto si basa su alcune scelte di base:
Soli strumenti ad arco
Gli strumenti ad arco hanno alcune caratteristiche
particolari:
- non sono dotati di intonazione propria (non sono temperati),
salvo le corde libere
- sono di nascita antichi, di lunga tradizione quindi e
relativamente immutati dalla loro nascita
- hanno un'ampia varietà di suono
- coprono l'intero spettro sonoro
- sono adatti alla musica da sala ( o da camera )
Se da un lato la mancanza di intonazione propria presenta una grado non
indifferente di difficoltà tecnica e nel contempo una facilità alla
sgradevolezza del
suono, hanno l'enorme vantaggio di poter suonare nelle tonalità
naturali, intendendo le consonanze più naturali all'orecchio e non le
pur lievi dissonanze delle scale temperate. Hanno inoltre il vantaggio
di poter modulare su più tonalità e modi, senza le costrizioni di
strumenti più di
moda nell'ambito del
ballo popolare (e.g.
organetto) che sviliscono la bellezza e la varietà della musica
tradizionale, soprattutto quella di più lontana memoria.
Hanno una ampia possibilità dinamica e quindi espressiva,
permettono sia note lunghe sia note staccate, o pizzicate.
La famiglia degli archi copre tutto lo spettro udibile (o
per
meglio dire quello apprezzabile) mantenendo una particolare uniformità
timbrica e dinamica. Nell'avere il parziale difetto di un'emissione
sonora non troppo potente, soprattutto confrontata con i fiati o con
gli aerofoni, proprio per questo sono particolarmente adatti agli
ambienti chiusi, dove tipicamente si balla e si ballava.
Musica tradizionale da ballo per il ballo
Il repertorio vuole essere quasi interamente di musica da
ballo, nata per ballare ed eseguita perché sia ballata.
Questo perché, molto semplicemente, il contesto della
musica tradizionale, strumentale, è quasi interamente quello del ballo.
Arrangiamenti e scelta del repertorio ne sono una diretta
conseguenza.
C'è una considerevole differenza tra l'esecuzione della
musica
per l'ascolto e l'esecuzione per il ballo. Per molto tempo, a partire
dalla prima moda revivalista è
stato privilegiato l'aspetto musicale nella ricerca etnomusicologica e
nella sua riproposta, decontestualizzandola e snaturando in molti casi
la musica stessa. Arrangiamenti, pregevolissimi dal punto di vista
puramente musicale non avevano nulla a che fare con l'origine e lo
scopo di quella musica.
In questo senso gli arrangiamenti degli Archibò vogliono
privilegiare la funzione da ballo della musica.
Non mancano brani, rinascimentali e barocchi, che pur
partendo da
arie legate al ballo, hanno preso per mano di grandi musicisti
(Vivaldi, Ortiz) altra funzione, ma la loro grande valenza culturale,
didattica e musicale ne giustifica la presenza.
Suono
acustico
Il suono acustico, anche se in taluni casi con delle
forzate, ma
non volute, eccezioni è uno dei punti chiave. L'amplificazione
elettrica ha portato alla snaturazione dei rapporti dinamici tra gli
strumenti ed alla snaturazione timbrica degli stessi. Oltre ad aver
diseducato, nel vero senso della parola, all'ascolto. I volumi sempre
più alti lasciano libertà di fare rumore al
pubblico, di disinteressarsi alla musica in quanto tale percependo al
più un sottofondo ritmico. Così il rumore di fondo aumenta ed aumentano
i volumi. In più viene data una voce non naturale agli strumenti: la
chitarra, dal volume naturale molto esile, soprattutto se arpeggiata,
spesso sopravanza addirittura gli strumenti a fiato.
Ma la musica tradizionale si è sviluppata per secoli con il
suo
volume ed i suoi equilibri naturali, così come si è ballato facendo
silenzio ed ascoltando la musica!
Il volume va invece ricercato con l'aumento degli
strumenti, da
qui dalla formazione base di trio o quartetto si arriva alla formazione
di un'orchestra anche se sui generis.
In questo contesto si capisce anche come altri strumenti si
troverebbero fuori luogo in una formazione siffatta.
Il suono acustico ha anche una grande valenza didattica per
i
musicisti che imparano ad ascoltarsi senza la mediazione artificiale
dei monitor che, anche in questo caso, modificano la naturalità del
suono.
Anche la disposizione dei musicisti acquista importanza per
l'amalgama dei suoni e per esaltare con una posizione più vicina al
pubblico, le parti principali. Gli stessi ambienti e la collocazione
dell'orchestra modificano volume e chiarezza del suono. E' un aspetto
ancora da studiare, sperimentare ed approfondire.
Arrangiamenti tra filologia ed innovazione, tradizione ed accademia
Il punto più difficile e controverso per una formazione che si
vuole rifare alla tradizione violinistica popolare, è l'orchestrazione
delle musiche.
Non può essere seguita la strada strettamente filologica:
apprendimento lungo molti anni, ad orecchio ed immersi totalmente
in un unico repertorio e, soprattutto, nella cultura che lo ha
prodotto. Manca quasi tutto, tranne il repertorio!
Per tutti gli strumentisti, che abbiano una preparazione
strettamente accademica (conservatorio o equivalente) o ad orecchio, la
musica ascoltata e la cultura in cui sono immersi è necessariamente
diversa dalla cultura che ha generato quel repertorio qualunque
esso sia. Di questo è necessario tenere conto.
E' altresì necessario tenere conto delle diverse
preparazioni,
chi cioè ha bisogno della musica scritta e di chi non la sa leggere
(o non a prima vista), di chi non ha l'abitudine alla memoria
e
di chi ha bisogno di conoscere a memoria la parte (e che quindi sia orecchiabile).
Così come tenere presente il principio che la musica si è
comunque evoluta nel tempo.
Fermo restando che la destinazione della musica, cioè il
ballo,
deve essere il punto di partenza e di arrivo, i punti a cui ispirarsi
dovrebbero essere
- riconoscibilità dell'aria e delle sue parti
- mantenimento degli accenti
- variazione nelle ripetizioni e nelle esecuzioni
- le inevitabili contaminazioni devono
seguire quello che in agricoltura distingue l'ibridazione (accettabile)
e le modificazioni genetiche (inaccettabile).
Il punto di riferimento ideale è il baricentro del triangolo costituito
dalla formazione tipica dell'appennino Bolognese (sempre da tenere
presente il lavoro fatto da Placida Staro e dall'associazione "E Bene
Venga Maggio" ), la tradizione violinistica di Santa Vittoria e
l'orchestra di Carlo Brighi detto Zaclén, l'inventore del liscio
romagnolo. Il trade d'union tra la musica colta e la musica popolare.
Dove si coniuga la scrittura musicale colta e la destinazione popolare
al ballo, ma anche all'acculturamento musicale del popolo.
Carlo Brighi era violinista
popolare di talento
al punto da poter studiare il violino classico ed arrivare a suonare
con Toscanini. Tornato alle origini ed all'antico amore per la musica
da ballo, spinto a questo anche dagli ideali socialisti, aveva creato
un'orchestra composta da due violini, chitarra, clarinetto e
contrabbasso. Eseguiva musiche prevalentemente di sua composizione
coniugando le emergenti musiche viennesi di walzer, polka, mazurka con
il gusto musicale romagnolo, componendo anche musiche per i balli
tradizionali, quali manfrine e saltarelli, orchestrando il tutto
secondo quanto appreso negli studi accademici.
L'invito a tutti i componenti del gruppo è di cercare
comunque di adattare le parti che devono suonare alla propria tecnica
(sempre con l'obiettivo di migliorarla!) ed al proprio gusto musicale,
partendo dall'eventuale proposta di orchestrazione, indispensabile per
un organico così complesso. Più contributi personali ci sono, più
caratterizzante diventa l'esecuzione.
L'organico
L'organico attuale è piuttosto flessibile per i
molteplici impegni degli attuali componenti.
Al momento, al suo completo, si compone di
6 violini
1 violoncello
il gruppo non è chiuso, benché gli attuali componenti ne
siano la parte
fondante ed il progetto nel suo complesso è già definito.
Per una formazione ideale mancherebbero 2 viole,
del tutto assenti in questo momento ed un secondo violoncello, per
equilibrare lo spettro sonoro.
Il repertorio
Sarebbe meglio parlare di repertori, più che di repertorio.
Sono
infatti presenti almeno tre filoni di cui uno, senza dubbio, quello
principale e caratterizzante il gruppo.
Ballo staccato e liscio Bolognese e Romagnolo
Una formazione violinistica che ha sede a Bologna, che si
rifà alla
tradizione violinistica del territorio, non può non avere come
repertorio principale, anche se per la maggior parte ancora in
fieri, il
ballo staccato e liscio della provincia Bolognese. Essendo poi il
contesto urbano bolognese, un contesto di scambio, transito di culture,
il repertorio è necessariamente più vasto e si allarga alla confinante
Romagna.
Naturalmente questo repertorio non puo` prescindere
dal fondamentale, lungo ed accurato lavoro di ricerca di Placida (Dina)
Staro (Associazione "
E
bene venga Maggio").
Ballo
tradizionale svedese
E' il trionfo dei violini. E' un repertorio che si presta
splendidamente ad essere eseguito da una formazione di soli archi,
avendo una struttura di orchestrazione consolidata. Musica piacevole,
divertente da suonare, ottima per esercitare l'affiatamento. E' un
repertorio raramente eseguito dai gruppi che solitamente girano
nell'ambito delle feste da ballo.
Balli tradizionali dell'area revivalista
Da una parte è un repertorio necessario per avere occasione
di suonare
nelle feste da ballo, dove sono più rari i ballerini esperti ed
appassionati agli altri repertori del gruppo, dall'altra è comunque
fonte di arricchimento musicale sia per la varietà di ritmi ed accenti
sia per la strutturazione armonica e melodica dei balli. E' un
simpatico esercizio l'arrangiamento per orchestra d'archi anche se
filologicamente non corretto, essendo, molti di questi balli, nati per
altri strumenti.
Musiche su arie da ballo rinascimentali e barocche
Sono le musiche prese dal repertorio popolare e rielaborate
da grandi
musicisti, Vivaldi, Haendel, Ortiz, Arbeau, oppure musiche nate nelle
corti e prese dal popolo. Quelle di questo repertorio sono
nell'orchestrazione originale, in alcuni casi (Bergamasca) affiancate
all'omologo popolare.
La scelta delle
musiche
La scelta delle musiche obbedisce a tre principi base, che
non sono regole né dogmi, ma linee guida.
Melodie originali
Di molti balli esistono moltissime melodie, ma quelle
eseguite
sono quasi esclusivamente quelle pubblicate in dischi/cd all'epoca
delle prime ricerche o registrazioni anch'esse fatte i quegli anni
('70) o ancora quelle proposte dai gruppi storici che hanno iniziato la
riproposizione delle musiche tradizionali.
La scelta degli Archibò è di andare controcorrente e di
cercare
le melodie meno conosciute, ma spesso altrettanto o addirittura più belle per
quanto possa essere valido il significato di bello.
Sia per evitare l'oblio di quelle musiche, sia per distinguersi dal
melt-pot stereotipato ed indistinguibile, appunto, fin troppo diffuso.
Trascrizioni
originali
Questo è un paragrafo delicato. Uno delle caratteristiche
fondamentali della musica tradizionale è la tradizione orale,
quindi esclusivamente per ascolto ed imitazione. L'arricchimento, la
trasformazione, la varietà si crea con le piccole variazioni fatte sia
per scelta sia per difetto di memoria, sia per difetto d'ascolto della
musica imparata, sia ancora per limitazioni o differenze nella capacità
tecnica, sia infine perché cambia lo strumento e le sue caratteristiche
di suonabilità. Un po' come nel gioco del telefono senza fili alla
fine della catena, la parola o la frase giunge completamente ed
involontariamente trasformata, per gli stessi motivi sopra descritti.
Nel contesto corrente cambiano molto le condizioni al
contorno:
- le registrazioni permettono di analizzare una singola
esecuzione sin nel più piccolo dettaglio
- i software musicali permettono di rallentare semplificando
la decodifica di fraseggi ed abbellimenti
- chi studia le musiche è immerso in una cultura musicale
completamente
diversa e a volte del tutto avulsa dal contesto che ha prodotto quella
musica
Le musiche degli Archibò sono per la maggior parte
trascrizioni fatte in proprio basate più sulla memoria che sull'analisi
di una singola esecuzione e, soprattutto, senza focalizzarsi su una
singola registrazione, ma cercando di ascoltare il numero maggiore di
esecuzioni possibile. Ovviamente quando è possibile, l'ascolto di
suonatori
originali aiuta il compito.
Le trascrizioni di partenza, inoltre, sono le più semplici
possibile, tralasciando abbellimenti e variazioni non proprie della
melodia, per lasciare all'esecutore la libertà di inserirle secondo il
proprio gusto e la propria capacità.
Musiche non coperte da diritto d'autore
La musica tradizionale da ballo è per definizione patrimonio
comune e non può e non deve essere vessata da balzelli. Così come tutte
le musiche suonate dagli Archibò non sono proprietà intellettuale di
alcuno, ma parte della tradizione e quindi di tutti.
I componenti
I componenti attuali

Claudia Testa - Violoncello
Formazione classica, barocca. Ha suonato con I Violini della Barca

Simona Lanfredini - Violino
Formazione classica, conservatorio. Suona
nell'Orchestrina della Cricca.

Francesco Valle - Violino
Formazioni classica e, recentemente, ad orecchio. Ha
suonato con I Violini della Barca

Pasquale "Lino" Toscano - Violino
Formazione tradizionale popolare. Suona con La Lanterna
Magica, gli
Scoppi nella Nebbia. Ha suonato anche con altre formazioni di musica
popolare.

Antonio Landini - Violino
Autodidatta, formazione tradizionale popolare. Ha suonato
con
l'Orchestrina della Cricca e con gli Scoppi nella Nebbia, suona con la
Sbranda Ballet.

Alessandro Cossetto - Violino
Autodidatta. Formazione ad orecchio tradizionale e
popolare. Ha suonato
con il Gruppo Emiliano, con gli Strapazzon, Reno Folk Band ed altre
formazioni di musica popolare

Elena Mirandola - Violino
Studia violino al conservatorio.
Hanno partecipato....
Ricordiamo anche altri violinisti che hanno contribuito, soprattutto
nelle prime fasi, con la loro presenza ed entusiasmo alla fondazione
del gruppo:
Claudio Vezzali, Pierpaolo Bergamini che hanno dato un importante
contributo logistico e di entusiasmo muovendosi da Modena per
partecipare alle prove per lungo tempo
Paolo Giacomoni, Giancarlo Battilani,
Stefano Tommesani,
Ringraziamo anche il
Gruppo Emiliano che ci ospita suo suo sito!
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iniziale
ultimo aggiornamento: 26/06/2011 22:50:24