Settanta: gli anni di piombo

Negli anni ‘70 si alternarono governi centristi e di centro-sinistra. Durante la legislatura del centro-sinistra, il Paese si trovò ad affrontare gravi problemi, alla soluzione dei quali mancò una guida stabile e ferma. Gli anni ‘70 furono caratterizzati da una grave instabilità politica: per tre volte si fece ricorso alle elezioni anticipate; nel decennio si susseguirono tredici governi. L’allargamento dei diritti civili fu dovuto alle pressioni di correnti d’opinione pubblica che presero forza nel clima di generale sfiducia nello Stato e nei partiti.

Le riforme riguardarono:

La vittoria dei divorzisti contribuì ad alimentare il contrasto tra Dc e Psi; quest’ultimo nel dicembre dello stesso anno interruppe la sua collaborazione coi partiti del centro.

Negli anni ‘70 le istituzioni corsero gravissimi pericoli a causa di azioni terroristiche di destra (terrorismo nero) e di sinistra (terrorismo rosso) tese a destabilizzare il regime democratico ricorrendo sia alla strage sia all’assassinio del singolo.

Nel 1973 il nuovo segretario del Pci, Enrico Berlinguer, lanciò la strategia del compromesso storico tra le forze comuniste, socialiste e cattoliche per una trasformazione profonda della società italiana. Dopo le elezioni politiche del 1976 si formò un governo monocolore Andreotti che nel 1978 ottenne il sostegno diretto del Pci. Il 16 marzo Moro venne rapito dalle Brigate rosse e assassinato due mesi seguenti. Dopo la sua morte il governo di solidarietà nazion ale varò alcune riforme, tra cui la riforma sanitaria e l'"equo canone" d'affitto. Il Pci, deluso per l’inascoltata richiesta di partecipare al governo, esce dalla maggioranza nel gennaio del 1979.